giovedì 21 novembre 2019

25 Novembre contro la violenza sulle donne/"Non è amore malato"


Lunedì 25 novembre 2019 dalle ore 18:30
Sala Open Space Comune di Lecce- Piazza S.Oronzo
 La Casa delle donne di Lecce 
presenta il libro
 
NON E' AMORE MALATO
dal delitto d'onore all'amore criminale
 
È possibile raccontare i femminicidi in un modo diverso? Noi crediamo non solo che sia possibile ma anche necessario.
Questo volume nasce con l’intento di dar conto dei cliché che con maggiore insistenza compaiono sulle pagine dei giornali e nei servizi dei principali telegiornali pugliesi.
Modi tipici di raccontare l’omicidio di donne per motivi di genere che stanno (seppur involontariamente) contribuendo a legittimare stereotipi, dinamiche
interpersonali, rappresentazioni collettive ancora troppo dipendenti da una cultura patriarcale persistente.

Le autrici 
VALENTINA CREMONESINI -Università del Salento
e
GRAZIA RONGO - giornalista e illustratrice
ne discutono con
LORENA  SARACINO - Presidente CORECOM Puglia
introduce e modera
MADDALENA MONGIO' - giornalista
 






martedì 19 novembre 2019

pullman per la manifestazione di Roma #nonunadimeno

Pullman dalla Puglia per il corteo di Non una di meno a Roma
Il prossimo 23 novembre la marea femminista e transfemminista tornerà a inondare le strade di Roma contro la violenza che segna le nostre vite e diventa sistema!

Il costo del viaggio è di 30 euro andata/ritorno.

VIENI CON NOI!

Per ulteriori informazioni, contattaci!
ASIA (Bari) 328 2784459
SARA 388 8219184
SIMONE 393 2101230
LUCIANA 320 2285454
REGINA 349 1059710
IRENE 3477845775

SIAMO RIVOLTA!
 #nonunadimeno
  https://m.facebook.com/events/1625088907634107

 

lunedì 11 novembre 2019

messaggio dalla Presidente uscente

Riceviamo, e pubblichiamo, dalla Presidente uscente Ilaria Florio il suo messaggio di saluto
Care Come avrete visto abbiamo pubblicato il post con annuncio sul rinnovo delle cariche. 

Ne approfitto per scrivere due parole qui ..  considerato che  nelle ultime riunioni non sono riuscita ad esprimere al meglio quello che avrei voluto dirvi perché sempre troppo cariche e dense di argomenti. 



Rappresentare la Casa in questi anni è stato sempre per me motivo di onore e di orgoglio. Anche quando tutte e tutti ci criticavano .. mi sono sentita sempre parte di un gruppo di donne combattive, determinate, solidali, unite, trasversali e orizzontali nelle scelte, talvolta litigiose ma sempre pronte a ritrovarsi e disposte a condividere il proprio sapere. Con molte di voi sono cresciuta e mi sono formata, a tante di voi devo parte  del mio essere Femminista. 



Ecco io penso che in questi undici anni siamo riuscite a costruire una realtà, seppur piccola, davvero preziosa per caparbietà e desiderio di fare la differenza. È per questo che volevo dirvi ancora una volta grazie! E’ stato bello! 😂😂 



A Katia e Michela e a tutte: daje ragazze ♥️♥️ continuiamo così !!

Rinnovo delle cariche sociali alla Casa delle Donne di Lecce




La L.F.D. Libera Federazione Donne- Casa delle Donne di Lecce comunica che in data 4 novembre sono stati rinnovati, dall'assemblea delle socie ,gli incarichi di Presidente e Vice-Presidente , eleggendo Katia Lotteria quale Presidente e Michela Luperto Vicepresidente.

Alle nostre nuove portavoce va l'augurio di proseguire e rafforzare l'opera svolta sinora dalla Casa delle Donne in termini di attività e sensibilizzazione delle donne della città sui temi della parità e della differenza di genere, sull'equità e i diritti delle donne, contro gli stereotipi sessisti e la violenza di genere, in difesa della Legge 194 e contro la disparità salariale e la disoccupazione femminile.

Temi che ci hanno viste impegnate in questi anni e sui quali importante è stato il contributo della Presidente uscente Ilaria Florio, che vogliamo ringraziare non solo per il lavoro svolto con passione ma per la sua capacità di aprire la Casa delle Donne ad una proficua relazione con le nuove generazioni di donne, con le ragazze che si affacciano oggi alla vita politica di questa città.

A tutte auguriamo buon lavoro e auspichiamo che la Casa delle Donne, oggi resa più forte dalle nuove presenze giovanili, continui a rappresentare un punto di riferimento positivo e importante per le donne di questa città."

mercoledì 23 ottobre 2019

WHAT WERE YOU WEARING – COM’ERI VESTITA?

Dal 24 al 27 ottobre nella sala al I Piano del Convitto Palmieri di Lecce il festival Conversazioni sul futuro, in collaborazione con la Casa delle donne di Lecce, ospita la mostra WHAT WERE YOU WEARING – COM’ERI VESTITA? a cura di Libere Sinergie e, per la Puglia, realizzata con l’APS Sudestdonne e una serie di incontri.
La mostra che racconta storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. Si tratta di un progetto che nasce nel 2013 da parte di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas e diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione Libere Sinergie che ne propone un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti.

Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita’. I visitatori possono identificarsi nelle storie narrate e al tempo stesso vedere quanto siano comuni gli abiti che le vittime indossavano. “Bisogna essere in grado di suscitare delle reazioni, all’interno dello spazio della mostra, simili a quelle riportate”, afferma Brockman, per indurre le visitatrici a pensare: “ho questi indumenti appesi nel mio armadio!” oppure “ero vestita così questa settimana”. In tale contesto si rendono evidenti gli stereotipi che inducono a pensare che eliminando alcuni indumenti dagli armadi o evitando di indossarli le donne possano automaticamente eliminare la violenza sessuale. “Non è l’abito che si ha indosso che causa una violenza sessuale – aggiunge Brockman – ma è una persona a causare il danno. Essere in grado di donare serenità alle vittime e suscitare maggiore consapevolezza nel pubblico e nella comunità è la vera motivazione del progetto”. Le storie esposte sono state tradotte in quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo e francese.


Giovedì 24 ottobre – ore 18 > 19:30
INAUGURAZIONE MOSTRA
Rosangela Paparella (consulente Centri Antiviolenza Sud Est Donne), Cinzia Mondatore (magistrata Tribunale di Lecce), Silvia Miglietta (Assessora Pari opportunità e Diritti civili del Comune di Lecce), Katia Lotteria (Casa delle donne di Lecce), Donata Martino (Centro Antiviolenza Martina Franca).



Venerdì 25 ottobre – ore 17:30 > 19:30 NON SONO SESSISTA MA… IL SESSISMO NEL LINGUAGGIO CONTEMPORANEO Lorenzo Gasparrini (Tlön)
Il blogger, attivista e scrittore, dialoga con Sabrina Barbante (blogger).
Incontro valido per i crediti formativi obbligatori dell’Ordine dei giornalisti


Sabato 26 ottobre – ore 17:30 > 18:30  
SCHIAVE DELLA TRATTA  
Amalia De Simone (videoreporter Corriere.it, Rai e Reuters), Ines Rielli (psicologa, coordinatrice progetto Libera e coautrice di “Libera Libere”, Radici Future). Modera Katia Lotteria (Casa delle donne di Lecce).


Sabato 26 ottobre – ore 18:30 > 19:30
ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN.
DEPISTAGGI E VERITÀ NASCOSTE A 25 ANNI DALLA MORTE 

 Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari (Round Robin)
Modera Marina Lalovic (Rai Radio 3)



Domenica 27 ottobre – ore 17:30 > 19:30
MA L’AMORE C’ENTRA?  
di Elisabetta Lodoli (MaxMan Coop – 52′)
Dopo la proiezione, la regista dialoga con Ilaria Florio (Casa delle Donne Lecce).


Ingresso libero fino a esaurimento posti 

martedì 22 ottobre 2019

Conversazioni sul futuro: Proiezione- Ma l’amore c’entra?

Ma l’amore c’entra?  

proiezione docu-film 

di Elisabetta Lodoli a Lecce

domenica 27 ottobre 
dalle ore 18:00 alle 20:00
Biblioteca Convitto Palmieri
Lecce 
Domenica 27 ottobre (ore 18 – ingresso libero) nella sala al primo piano del Convitto Palmieri di Lecce, il festival Conversazioni sul Futuro ospita la proiezione di Ma l'amore c'entra? di Elisabetta Lodoli. La regista, subito dopo, dialogherà con Ilaria Florio (Casa delle donne di Lecce).

La violenza sulle donne racconta da tre uomini che hanno avuto comportamenti violenti contro le proprie mogli o compagne ma che hanno intrapreso un percorso di cambiamento chiedendo aiuto al centro Liberiamoci dalla Violenza dell’Ausl di Modena. Una riflessione sull’educazione sentimentale, sugli stereotipi e le gabbie culturali, sulla differenza uomo-donna. Il percorso dei protagonisti è costruito sulle parole raccolte nelle interviste condotte nell’arco di due anni.




La proiezione rientra all’interno della mostra WHAT WERE YOU WEARING – COM’ERI VESTITA? a cura di Libere Sinergie e, per la Puglia, realizzata con l’APS Sudestdonne, promossa da Conversazioni sul futuro, in collaborazione con la Casa delle donne di Lecce.

La mostra che racconta storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. Si tratta di un progetto che nasce nel 2013 da parte di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas e diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione Libere Sinergie che ne propone un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita’. I visitatori possono identificarsi nelle storie narrate e al tempo stesso vedere quanto siano comuni gli abiti che le vittime indossavano. “Bisogna essere in grado di suscitare delle reazioni, all’interno dello spazio della mostra, simili a quelle riportate”, afferma Brockman, per indurre le visitatrici a pensare: “ho questi indumenti appesi nel mio armadio!” oppure “ero vestita così questa settimana”. In tale contesto si rendono evidenti gli stereotipi che inducono a pensare che eliminando alcuni indumenti dagli armadi o evitando di indossarli le donne possano automaticamente eliminare la violenza sessuale. “Non è l’abito che si ha indosso che causa una violenza sessuale – aggiunge Brockman – ma è una persona a causare il danno. Essere in grado di donare serenità alle vittime e suscitare maggiore consapevolezza nel pubblico e nella comunità è la vera motivazione del progetto”. Le storie esposte sono state tradotte in quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo e francese.

Ingresso libero
Info e programma conversazionisulfuturo.it

 

 

Schiave della tratta

 Schiave della tratta

           Amalia De Simone e Ines Rielli 

a Lecce

sabato  26 ottobre 
dalle ore 17:30 alle 18:30
Biblioteca Convitto Palmieri
Lecce 
 Sabato 26 ottobre (ore 17:30 - ingresso libero) nella sala al primo piano del Convitto Palmieri di Lecce, il festival Conversazioni sul futuro ospita SCHIAVE DELLA TRATTA con Amalia De Simone (videoreporter Corriere.it, Rai e Reuters) e Ines Rielli (psicologa, coordinatrice progetto Libera e coautrice di “Libera Libere”, Radici Future). ). Modera Katia Lotteria (Casa delle Donne Lecce)

L’incontro rientra all’interno della mostra WHAT WERE YOU WEARING – COM’ERI VESTITA? a cura di Libere Sinergie e, per la Puglia, realizzata con l’APS Sudestdonne, promossa da Conversazioni sul futuro, in collaborazione con la Casa delle donne di Lecce.

La mostra che racconta storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. Si tratta di un progetto che nasce nel 2013 da parte di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas e diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione Libere Sinergie che ne propone un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita’. I visitatori possono identificarsi nelle storie narrate e al tempo stesso vedere quanto siano comuni gli abiti che le vittime indossavano. “Bisogna essere in grado di suscitare delle reazioni, all’interno dello spazio della mostra, simili a quelle riportate”, afferma Brockman, per indurre le visitatrici a pensare: “ho questi indumenti appesi nel mio armadio!” oppure “ero vestita così questa settimana”. In tale contesto si rendono evidenti gli stereotipi che inducono a pensare che eliminando alcuni indumenti dagli armadi o evitando di indossarli le donne possano automaticamente eliminare la violenza sessuale. “Non è l’abito che si ha indosso che causa una violenza sessuale – aggiunge Brockman – ma è una persona a causare il danno. Essere in grado di donare serenità alle vittime e suscitare maggiore consapevolezza nel pubblico e nella comunità è la vera motivazione del progetto”. Le storie esposte sono state tradotte in quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo e francese.


 

Non sono sessista ma...

Non sono sessista ma...

Lorenzo Gasparrini a Lecce

venerdì  25 ottobre 

dalle ore 17:30 alle 19:30

Biblioteca Convitto Palmieri

 Venerdì 25 ottobre (ore 17:30 – ingresso libero) al Convitto Palmieri (I Piano) di Lecce, il festival Conversazioni sul Futuro ospiterà un incontro con Lorenzo Gasparrini, blogger, attivista antisessista e dottore di ricerca in Estetica. Dialogando con Sabrina Barbante affronterà, tra gli altri, gli argomenti al centro del suo recente volume “Non sono sessista, ma… – Il sessismo nel linguaggio contemporaneo” (Tlon). L’incontro, grazie alla collaborazione l’Ordine dei giornalisti della Puglia, è valido per il rilascio dei crediti formativi obbligatori.

La maggior parte delle volte non siamo noi a scegliere le parole che usiamo: il nostro linguaggio, fatto per lo più di stereotipi, modi di dire e luoghi comuni, deriva da una cultura patriarcale preesistente a noi. In questo libro Lorenzo Gasparrini analizza e studia le forme del linguaggio sessista, da dove hanno tratto origine e come sono cambiate negli anni, e come i femminismi abbiano portato avanti su questo tema le battaglie per la parità. Un libro che è una guida per riconoscere il sessismo insito nelle parole che scegliamo di usare, sia esso consapevole o inconsapevole, capire come ci viene imposto e realizzare come possa essere evitato.

L’incontro rientra all’interno della mostra WHAT WERE YOU WEARING – COM’ERI VESTITA? a cura di Libere Sinergie e, per la Puglia, realizzata con l’APS Sudestdonne, promossa dal Festival Conversazioni sul futuro, in collaborazione con la Casa delle donne di Lecce.

La mostra che racconta storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. Si tratta di un progetto che nasce nel 2013 da parte di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas e diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione Libere Sinergie che ne propone un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita’. I visitatori possono identificarsi nelle storie narrate e al tempo stesso vedere quanto siano comuni gli abiti che le vittime indossavano. “Bisogna essere in grado di suscitare delle reazioni, all’interno dello spazio della mostra, simili a quelle riportate”, afferma Brockman, per indurre le visitatrici a pensare: “ho questi indumenti appesi nel mio armadio!” oppure “ero vestita così questa settimana”. In tale contesto si rendono evidenti gli stereotipi che inducono a pensare che eliminando alcuni indumenti dagli armadi o evitando di indossarli le donne possano automaticamente eliminare la violenza sessuale. “Non è l’abito che si ha indosso che causa una violenza sessuale – aggiunge Brockman – ma è una persona a causare il danno. Essere in grado di donare serenità alle vittime e suscitare maggiore consapevolezza nel pubblico e nella comunità è la vera motivazione del progetto”. Le storie esposte sono state tradotte in quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo e francese.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Info 3394313397 - conversazionisulfuturo.it