martedì 25 settembre 2012

È il mondo di tutti, dicono le donne, cambiamolo

Comune-info per lo più pubblica articoli brevi, preferendo segnalare eventuali libri e link con i quali approfondire alcuni temi. Quella che segue è un’eccezione. Se non avete qualche minuto di tranquillità in più del solito rinviate questa interessante lettura, ne vale davvero la pena.
Tra gli interventi più apprezzati e discussi alla Conferenza internazionale sulla decrescita di Venezia, quello di Veronika Bennholdt-Thomsen, etnologa e sociologa femminista, ha intrecciato i temi della decrescita con una prospettiva di genere. Veronika Bennholdt-Thomsen dirige l’Institute of the Theory and praxis of subsistence a Bielefeld, in Germania ed è docente alla università di Vienna. Ha condotto molte ricerche su questioni di genere, sull’economie regionali e di antropologia sociale in Messico e in Germania. È autrice di numerosi libri sulle alternative di sussistenza in Europa e nel Sud del mondo. Questo scritto è la traduzione dell’intervento tenuto al congresso Prospettive della politica matriarcale, St. Gallen, in Svizzera, nel maggio 2011, da poco pubblicato su il sito dell’università Ca’Foscari di Venezia (unive.it). In modo profondo e brillante l’autrice analizza i nessi tra critica allo sviluppo (per capirci, quella di Ivan Illich, Jean Robert, Majid Rahnema, Vandana Shiva, André Gorz e Serge Latouche), questioni di genere (Geneviève Vaughan e altre studiose, attente ai valori delle società matriarcali) e cambiamento dal basso (John Holloway soprattutto ma anche Raúl Zibechi, Rebecca Solnit, Chris Carlsson, John Scott, Arundhati Roy, Miguel Benasayag, John Berger, Gustavo Esteva, Immanuel Wallerstein, Howard Zinn, Cornelius Castoriadis).

Introduzione. La politica della prospettiva di sussistenza: di cosa si tratta?

lunedì 24 settembre 2012

Bella addormentata. Nella realtà

Pubblicata su inGenere (http://www.ingenere.it)
  Bella addormentata. Nella realtà
Nel film di Marco Bellocchio rivivono i giorni in cui l'Italia perse la sua dignità. E il mondo della politica è un altrove, lontano dalle storie vere
Cominciamo dal titolo del film di Marco Bellocchio, Bella Addormentata. L'addormentata é bella. Non si tratta di una scelta casuale. Ancor meglio la esprime, in francese, Isabelle Huppert, la mater dolorosa: sua figlia, la fanciulla bionda dai candidi orecchini che riposa come in un sarcofago, il doppio filmico di Eluana Englaro, è “la belle au bois dormant”.

Dorme lei, fantasticata dai devoti come “bellissima e tranquilla”, e molto altro dorme nelle coscienze in quella terribile settimana italiana che va dal tre al nove febbraio del 2010. Berlusconi, nel suo ineguagliabile cinismo ‒ necrofilo questa volta ‒ inventa una femminilità paralizzata e feconda: “Mi dicono che ha le mestruazioni, che potrebbe avere un bambino”.

venerdì 7 settembre 2012

Pussy Riot

Fino a poco tempo fa Pussy Riot sembrava il nome di una pornostar, un pò diva e un pò incazzata. Oggi è noto a tutt* chi si nasconde dietro questo nome (ed ai coloratissimi passamontagna): un gruppo punk femminista, diventato simbolo della protesta anti Putin. Nel mese di Agosto, tre delle componenti sono state condannate a due anni di carcere, per teppismo motivato da odio religioso. Contro ogni perbenismo, contro ogni pudore, hanno invocato la Vergine Maria per liberare la Russia da Putin; cantando dentro la Cattedrale hanno colpito il "cuore" della Russia più tradizionalista e conservatrice. Non sono valsi a molto i migliaia di appelli e le manifestazioni di solidarietà da tutto il mondo, contro la corruzione del tribunale russo .. Anche se a distanza di qualche mese, per chi ancora non l'avesse visto, vale la pena vedere una performance che resterà alla storia!

Il video:


La traduzione della preghiera:

«Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin! caccia Putin, caccia Putin! Sottana nera, spalline dorate. Tutti i parrocchiani strisciano inchinandosi. Il fantasma della libertà è nel cielo. Gli omosessuali vengono mandati in Siberia in catene. Il capo del Kgb è il più santo dei santi. Manda chi protesta in prigione. Per non addolorare il santo dei santi le donne devono partorire e amare. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Madre di Dio, Vergine, diventa femminista. Diventa femminista, diventa femminista. Inni in chiesa per leader marci, una crociata di nere limousine. Il prete viene oggi nella tua scuola. Vai in classe, portagli il denaro. Il Patriarca crede in Putin. Quel cane dovrebbe piuttosto credere in Dio. La cintura della Vergine Maria non impedisce le manifestazioni. La Vergine Maria è con noi manifestanti. Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin. Caccia via Putin! caccia via Putin!».

martedì 4 settembre 2012

Primum Vivere - Paestum Incontro Nazionale 5-6-7 Ottobre





Paestum, 5-6-7 ottobre 2012
Hotel Ariston – Sala Saturno
Via Laura, 13 – Capaccio/Paestum

L’incontro di Paestum non sarà un Convegno. Quindi niente relazioni introduttive, generali o sui singoli punti. Non ci sarà una struttura preordinata di interventi. Tutte sono libere di parlare. Abbiamo solo previsto un’alternanza di momenti in cui siamo tutte insieme a momenti di confronto più ristretti per approfondire i temi proposti (cui potranno eventualmente aggiungersi altri).


 link al blog

Diamo corpo al futuro X° Ediz. Scuola Estiva della differenza






Lecce 10 -14 settembre 2012 - Organizzata in collaborazione con la Comunità delle Benedettine di Lecce
10 settembre - ex Convento Olivetani

“Diamo corpo al futuro” è un invito a vedere che cosa c’è di nuovo senza lasciarsi abbagliare dai
nuovismi, dalle false immagini e dalle idee stereotipate, che riconducono inevitabilmente a
percorsi già visti e già sperimentati o al grottesco di un eccesso indecente che è altro dall’oltre del
dicibile. Diamo corpo al futuro, suggerisce invece un impegno in prima persona: anima e corpo, e
suggerisce anche che il futuro ha bisogno di un corpus, fatto di tradizione, di genealogie
ricostruite, di un metodo che sa farsi giustizia disdegnando tutto ciò che confonde il giudizio sulle
cose e ritornando all’essenziale. Un futuro non come orizzonte imprecisato, ma nutrito come
corpo generato.