Comunicato stampa
La Casa delle donne di Lecce esprime soddisfazione e gratitudine per le attestazioni di solidarietà e condivisione che sta ricevendo da cittadine e cittadini, dalle Case delle donne di altre città, da associazioni, da realtà organizzate e da singoli esponenti della società civile e di organizzazioni politiche di varia tendenza, che in ambito locale, regionale e nazionale stanno sostenendo la sua protesta per la mancata iscrizione nel registro regionale delle Associazioni di promozione sociale, motivata con argomentazioni infondate e inaccettabili.
A fronte di così ampia solidarietà, di cui diamo conto compiutamente sui nostri siti web, non possiamo non rammaricarci del silenzio di chi, per il suo ruolo istituzionale e politico, avrebbe dovuto darci una risposta pubblica: ce la saremmo aspettata, infatti, da parte del Sindaco della città e del presidente della Regione, ai quali abbiamo appositamente inviato per conoscenza la nostra lettera di contestazione indirizzata agli uffici competenti comunale e regionale.
Ma registriamo che, se si escludono i contatti avviati in via ufficiosa, finora non una parola ci è stata detta ufficialmente e pubblicamente.
Ci auguriamo che questo caso si risolva al più presto nella maniera giusta. Ma, sia esso frutto di ottusità burocratica, miopia politica, o voluta discriminazione, non possiamo non rilevare che non è certo il primo tentativo di esclusione della nostra associazione - che pure opera da sette anni con ampi riconoscimenti in questa città - messo in atto da parte dell’amministrazione cittadina. Anzi, diciamo che le nostre domande sono state sistematicamente ignorate e, quando abbiamo ricevuto risposte, esse sono state volutamente distratte, disattente, o addirittura offensive. Come è accaduto appena pochi mesi fa, quando, di fronte alla nostra ennesima richiesta di ottenere in assegnazione dei locali di proprietà comunale da utilizzare come sede della Casa delle donne, dal Sindaco ci è stato proposto… il ripostiglio delle scope della Chiesetta Balsamo!
Imbarazzo, superficialità, insipienza, insensibilità è ciò che contraddistingue le istituzioni di questa città nei confronti della politica delle donne. Di più: quando essa viene nominata nei nostri Statuti, non sanno di che cosa parliamo, anzi non sanno neppure che esiste, come è accaduto nel nostro caso.
sulla stampa locale
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