giovedì 26 settembre 2013

Comunicato della Casa delle Donne di Lecce: In difesa della nostra Terra



"I movimenti delle donne in questi anni hanno intrapreso un lungo cammino per la difesa dell’ambiente a livello locale e internazionale. Riteniamo, infatti, che la tutela del territorio sia espressione di una battaglia più ampia in cui le donne assumono un ruolo decisivo, come dimostrano le azioni e le politiche degli altri movimenti femministi a livello globale dalle lotte indigene Latinoamericane a quelle di Vandana Schiva in India. La passione ecologista, quella  femminista e l’attivismo politico rappresentano una forma di resistenza comune alla progressiva distruzione dell’ambiente operata dalle forme più selvagge del capitalismo neoliberista. Prendersi cura della terra, della Pachamama (Madre terra), significa prendersi cura di noi stesse e della nostra comunità nel rispetto dei diritti fondamentali. Per queste ragioni la Casa delle Donne di Lecce - LFD condivide e partecipa pienamente all’iniziativa del Comitato 275 prevista per i prossimi 28 e 29 settembre."

 www.sos275.it

 
SOS 275

Nel Salento è in atto un vero assalto al territorio: campi fotovoltaici, Strada Regionale 8, s.s.16 Maglie–Otranto, TAP, villaggi turistici, eolico, biomasse, ecc. e il progetto della nuova strada statale 275.
Invitiamo tutte le donne e gli uomini di cuore e buon senso ad una lunga camminata per rispondere all’appello Sos 275, lungo gli antichi sentieri di pellegrinaggio che portavano a S. M. di Leuca nel medioevo. Il percorso costeggia e in molti casi si sovrappone al tracciato fantasma della nuova statale 275, il più colossale ecomostro che potrebbe abbattersi in Salento. Lungo il sentiero che percorreremo come nuovi pellegrini devoti al paesaggio saremo testimoni con i piedi, con gli occhi e col cuore della bellezza del finibus terrae e dell’assurdità della futura 275, perché dovremo immaginarla nella sua concretezza di autostrada a 4 corsie che piomberà come un meteorite sul paesaggio di pietre e olivi, di querce e menhir, di pajare e aiere, su un intero e organico genius loci di grande forza e suggestione e al contempo assai delicato.

La totale assurdità del progetto non è solo dovuta alla distruzione irreversibile del paesaggio (nel caso non bastasse), ma al suo anacronismo, alla sua inutilità, al danno economico per il consumo di suolo agricolo, al suo essere sovradimensionato rispetto alla semplice e sensata necessità di rendere l’attuale 275 una strada sicura.
L’appello sos 275 è anche un appello per il rispetto della legalità: quest’opera, che vale 300 mln di euro e che i politici spacciano per “autostrada parco”, è illegale perché figlia di una montagna di atti falsi, progettata da chi non aveva le competenze per esprimere pareri in merito allo studio d’impatto ambientale.
Non sarà solo una passeggiata bucolica perché attraverseremo le zone industriali di Castiglione, Tricase, Specchia e Miggiano. Poggeremo i piedi lungo un mosaico di contraddizioni: attraversando il paesaggio ne percepiremo l’equilibrio tra natura e manufatti umani regolato dal buon senso e che sprigiona l’armonia da cui saremo ammaliati, ma inciamperemo anche nei relitti di archeologia industriale e saremo presi dallo sperdimento quando all’improvviso dovremo attraversare enormi squarci d’asfalto sempre deserti. Ma siamo pellegrini, dunque forti, resistenti e pazienti e prenderemo coraggio dalla lunga camminata per dire ancora una volta NO alla distruzione di ciò che i nostri piedi avranno attraversato.
Buon viaggio ai nuovi pellegrini.
Il Comitato 275 è in piedi da 10 anni, con il duplice impegno di combattere per vie legali il progetto della nuova 275 e quello di essere presente sul territorio per spiegare il senso della nostra battaglia. Per meglio conoscere la nostra storia e tutte le azioni condotte sin d’ora (quelle sul territorio e le azioni legali), consultate il nostro sito www.sos275.it. Dal marzo di quest’anno abbiamo un presidio, la casa dei Pellegrini, che sarà la base d’appoggio e l’approdo ultimo della nostra camminata.



 

Percorreremo un antico sentiero di pellegrinaggio che portava a S. M. di Leuca nel medioevo, segni di passaggio ovunque, croci incise sul tufo giallo annerito dal tempo, fra paesaggi di pietre e olivi, querce e menhir, pajare e aiere, monumenti di una civiltà contadina fatta di sudore e saggezza che l’incunearsi del neoliberismo industriale ha disprezzato facendola apparire arretratezza, arrogandosi il diritto di distruggerla a colpi di espropri per trasformare quelle terre pietrose ed aride in economia, ricchezza, soldi, posti di lavoro.
L’attraversamento delle zone industriali con la neonata di Castiglione (luogo di partenza) e quella di Tricase – Specchia – Miggiano, non vi lasceranno dubbi:
il sistema basato sulla crescita infinita è morto.
Come le croci incise sui muri dai pellegrini nel 1600, anche lo sviluppismo nel 2000 ha inciso indelebilmente le sue croci, una per ogni posto di lavoro perso o mai nato (solo il calzaturificio Adelchi di Tricase ha mandato a casa 1500 persone ed ha delocalizzato i battenti ricevendo la solidarietà sussurrata di tutti); sono i rifiuti abbandonati, gli enormi squarci d’asfalto circondati da un paesaggio che fu e che mai ritornerà; sono i capannoni abbandonati che hanno sepolto un insediamento dell’età del bronzo o sostituito i tanti olivi e campi di grano (uniche storiche fonti produttive). Lungo il percorso si intrecceranno un mosaico di contraddizioni, paesaggi e non luoghi che si arricchiranno delle nostre sensazioni. Il contrasto sarà evidente e tutti noi alla fine del viaggio avremo la possibilità di valutare cos’è arretratezza e cos’è sviluppo. Cosa ha creato l’uno e cosa l’altro.
L’ostinazione a perseguire un modello fallimentare e dannoso, l’evidenza che ciò che il sistema con questa autostrada vorrebbe distruggere (dopo tutto quello che già ha sottratto), sono in realtà gli unici tesori e ricchezze che questa terra può offrire oltre al mare.
Il nostro cammino è forte di connotati, è un urlo per il rispetto della legalità: questa strada è stata concepita per servire le zone industriali ed altro non è che la ciliegina sulla torta di panna avariata che vale 300 mln di euro e oggi che vorrebbero spacciarcela per “autostrada parco” in realtà possiamo affermare che il fumo delle parole non ci offusca, quest’opera è e resta illegale perché figlia di una montagna di atti falsi; è dannosa perché progettata da chi non aveva le competenze per esprimere pareri in merito allo studio d’impatto ambientale; è ancora in piedi perché sorretta dal sistema per ben 19 anni.
Ognuno di noi ha il diritto d’impedire il perpetrarsi di questa violenza, abbiamo il dovere di lottare contro lo sterminio dei campi: nel Salento è in atto con un vero assalto al territorio (campi fotovoltaici, Strada Regionale 8, s.s.16 Maglie–Otranto, TAP, villaggi turistici, eolico, biomasse, ecc.). Così è in tutt’Italia: in vent’anni abbiamo perso il 38% del terreno agricolo. Questo non è solo un danno ambientale ma un attentato ai diritti umani, alla vita, corrodono, avvelenano, precarizzano, impoveriscono per soggiogare il futuro di un intero territorio e delle popolazioni che vi vivono; è un fenomeno che interessa l’intimità collettiva e si nutre come un parassita dall’indifferenza sociale, di quelle coscienze che il tempo ha impigrito e che lo schermo ha imprigionato ma che vanno necessariamente risvegliate. Forse è proprio questo l’ambire del nostro cammino, la nostra meta su cui incidere il segno del nostro passaggio. Una croce sulla coscienza.
Buon viaggio ai camananti.


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