martedì 19 novembre 2013

Amor Mortis: voci di donne tra albe e tramonti


ITACA MIN FARS HUS
Gruppo Teatrale di Sperimentazione
AMOR MORTIS
VOCI DI DONNE TRA ALBE E TRAMONTI
di:
Anna Stomeo
con:
Barbara Castrignanò
Anna Stomeo
Attraverso l’evocazione di ancestrali sonorità mediterranee lo spettacolo racconta storie di
oggi smarrite tra esordi e declini, tra apparizioni e sparizioni, tra amore e morte.
A parlare sono due donne e lo fanno ricorrendo alla testimonianza diretta, ma anche
all’evocazione del passato e alla suggestione del mito, in una sorta di tempo sospeso in
cui l’alba si intreccia al tramonto, la speranza al disincanto, l’illusione alla disillusione.
Raccontano storie di donne che hanno incontrato la violenza dei loro uomini e ne sono
state vittime, fino a percepire fino in fondo, sul proprio corpo, il legame tra amore e morte,
intesi non più solo come poli che, inevitabilmente, si contrappongono nelle forti passioni,
ma quasi come ineludibile destino che sembra sopraffare la vita delle donne nel presente
non meno che nel passato..

In un continuo fluire di suoni, parole e canti, le voci delle attrici rievocano sensazioni, affetti,
paure, odi e amori, fondendoli e confondendoli con le immagini mitiche e con i richiami
ancestrali che riportano la femminilità ad una dimensione originaria di incontro e di fusione
con la natura.
Il dolore delle donne che subiscono violenza e che sono maltrattate e uccise dai loro stessi
uomini, diventa allora occasione per una riflessione più profonda, che vorrebbe andare
oltre l’indispensabile denuncia del “femminicidio”, per affrontare l’animo femminile nella sua
espressione più autentica.
Fondamentale, in questo senso, il richiamo al mito e a ciò che la sua narrazione comporta
in termini di comprensione della realtà umana e naturale.
Demetra, Medea e Cassandra sono le eroine mitiche, portatrici di una cultura del corpo e
della terra, venute dal passato a testimoniare nel presente l’atavica sofferenza delle donne.
Attraverso le loro storie e le loro voci il mito si ribalta e rivela la sua valenza nel presente.
Demetra, Terra Madre, massima espressione della soggettività femminile, emerge come
simbolo della capacità delle donne di generare sulla base di una scelta che la
prevaricazione del potere maschile di Zeus trasforma in mera funzione riproduttiva.
Il mito di Demetra definisce la stretta corrispondenza tra le stagioni dell’anima e quelle della
natura, rappresentata dal ciclo naturale della Vita e dal suo evolversi e degradare, tra
nascita e morte, tra disperazione e speranza.
Accanto a Demetra, l’immagine di Medea e l’immagine di Cassandra emergono nitide a
testimoniare due modi differenti e tragici di affrontare il dolore femminile di fronte alla presa
di coscienza della prevaricazione subita e all’enigma del continuare ad amare il carnefice
che l’ha prodotta.
Nelle voci delle donne che danno vita allo spettacolo il dolore si fa sospiro e il sospiro si
fa canto.
Sospirare e trasformare il sospiro in un canto liberatorio, sembra la sola alternativa alla
rassegnazione e al silenzio cui sono state condannate per secoli le donne.
Le sonorità griko-salentine si mescolano a quelle mediterranee e orientali sollecitando
emozioni ancestrali, in un teatro affidato esclusivamente al corpo-voce degli attori e
all’empatia.
Nel profondo lavoro di training, che ha preceduto e accompagnato la nascita dello
spettacolo, gli aspetti atavici e biologici della vita delle donne si sono inevitabilmente
intrecciati agli aspetti storici, sociali e psicologici, facendo emergere immagini femminili
contrapposte e nello stesso tempo, convergenti e dando luogo ad inattese soluzioni
sceniche e drammaturgiche.
Importante, nell’elaborazione dello spettacolo, è stato l’incontro con le tematiche del
Progetto del Terzo Paradiso teorizzato dal grande artista contemporaneo Michelangelo
Pistoletto, nel quale si auspica il passaggio ad un nuovo livello di civiltà caratterizzato
dall’incontro tra natura e artificio e dalla nascita di una nuova dimensione etica e culturale
Le suggestioni derivate dalla conoscenza di questo progetto hanno influito in modo
notevole sul lavoro drammaturgico di training delle attrici, che hanno esteso il concetto di
trasformazione globale del Terzo Paradiso alla speranza in una rigenerazione realizzata
dalle donne e in grado di sconfiggere anche la violenza di genere e l’ossessione del
“femminicidio”.
Di qui l’emergere, tra le pieghe dello spettacolo, di una “cerimonia collettiva” sottolineata
dalla ritualità dei gesti e dal risalto dato ad alcuni archetipi e oggetti simbolici – l’Acqua, la
Pietra, il Mare, la Terra – che richiamano la nascita e la rinascita della Vita oltre la violenza
e la morte.


minfarshus.altervista.org
…gli uomini, esclusi dal generare la vita che è esperienza esclusivamente femminile (esclusi dal
segreto), trovano nella morte un luogo ritenuto più potente della vita in quanto la vita toglie.
(Adriana Cavarero, Nonostante Platone.1990)

Perché in Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da un marito, un fidanzato, dal compagno o ex
compagno di anni di vita, spesso padre di figli cresciuti insieme? […] È una guerra. Che va combattuta. .
(da Questo non è amore,la 27esima ora, 2013)

Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo
frangente epocale.
(Michelangelo Pistoletto, Il Terzo Paradiso, 2003-2012)

                                                                                                            ITACA MIN FARS HUS




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