lunedì 28 settembre 2020

ECOCENE. Per un post-umano tecnopolitico o ecopolitico?

 

VENERDI' 2 OTTOBRE 

alle ore 18.00
 presso il Centro di Interazione Culturale DUNYA
 Via Pappacoda, 25 LECCE

presentazione del libro di 
Santa De Siena
 
"ECOCENE. Per un post-umano tecnopolitico o ecopolitico?"

 

La nostra è l’era dell’estremo. Viviamo lo stordimento di un’evoluzione accelerata da non poterne percepire l’immaginario: ogni realtà aumentata è spinta fino al margine extremus, a toccare il punto dell’estremità dove il contatto si sposta continuamente, resta lontano, perde distanza. La fine o il fine dell’Antropocene. Ecocene parla del passato, del presente e del futuro. Del saccheggio e della violenza sulle donne, sulla natura dell’umano divenire posthuman. Delle multidirezionalità temporali prodotte dalla AI, dalle tecnologie del bios, dal macchinico che sottrae umanità. Non è un cambio di paradigma ma un salto quantico di civiltà. L’inizio di una Nuova Era. Il turning point di una compressione evolutiva, un Cambriano tecnologico nel quale il corpo Post-human avrà l’aspetto ibrido del cyborg. L’evoluzionismo tecnologico eleva l’innovazione a unica linea evolutiva di sviluppo e di pensiero; travolge il senso del limite lo estremizza e radicalizza, senza divenire carne, senso, misura, sangue. Diffusa subdolamente sul piano commerciale diventa irresistibile, necessaria, insostituibile. Stay with the oikos, nel disordine evolutivo per non accettare acriticamente l’alternativa tra: Ecopolitica o Tecnopolitica. La sfida è se la nostra superiore intelligenza emotiva - insolitamente travolta dall’afflato ecologico - saprà trovare una via di mezzo, responsabile e praticabile. L’era che inizia potrebbe allora essere l’Ecocene, l’era ecologica dell’egualitarismo ecosistemico.

 
 


 

 

lunedì 6 luglio 2020

Oggi è l’ora della forza e dell’unità delle donne

Oggi è l’ora della forza e dell’unità delle donne

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• Milioni di donne, italiane e migranti, hanno sostenuto la nostra vita durante la pandemia e la quarantena.

• Milioni di donne hanno lavorato negli ospedali e nelle case per gli anziani, nei supermercati e nell’agricoltura, nei mercati e nei negozi.

• Milioni di donne hanno consentito la vita dei bambini e dei ragazzi, si sono inventate, da insegnanti, le lezioni a distanza e, da madri, le hanno rese possibili.

• Milioni di donne hanno lavorato da casa, caricandosi il peso del lavoro e quello della cura, nelle stesse stanze, nelle stesse ore.

• Milioni di donne stanno pagando il prezzo della crisi provocata dall’impatto della pandemia su una società già troppo segnata dalla disuguaglianza economica e sociale, dalla precarietà, dalla solitudine, dalle discriminazioni di genere.

• Milioni di donne stanno perdendo il lavoro, stanno diventando ancora più precarie.

• Milioni di donne vedono messa a rischio la propria attività autonoma, costruita in anni di fatica e sacrifici. Milioni di donne vedono ridursi ancora di più la disponibilità dei servizi pubblici essenziali alla vita loro e dei loro cari.

• Milioni di donne assistono al vero e proprio abbandono della scuola, che è un diritto dei bambini e delle bambine e non strumento di conciliazione per il lavoro delle donne.

 
Queste donne oggi sembrano non esistere più. Dopo la retorica sulle eroine distrutte dalla fatica nei nostri ospedali pubblici falcidiati dai tagli, le donne sembrano essere state dimenticate. Le uniche cose che le riguardano di cui si discute in questa difficile estate sono la possibile riduzione dell’offerta di istruzione pubblica, la diminuzione degli orari dei servizi per l’infanzia, la ulteriore precarizzazione del lavoro, la generalizzazione senza limite dei contratti a termine, l’aumento del lavoro da casa, per ora senza regole e senza limiti.
 
Si è detto che non si deve tornare alla normalità perché la normalità era il problema, ma per le donne non solo si rischia di tornare alla normalità, ma persino di tornare indietro.
 
Non possiamo lasciare milioni di donne senza parola. Tante donne stanno reagendo. Denunciano, si mobilitano, costruiscono proposte e punti di vista, chiedono coerenza e pensieri lunghi rispetto alle evidenze che il covid19 ha illuminato come irrinunciabili e che erano state nel tempo rimosse: la centralità della sanità e della scuola pubblica, l’ambito ineludibile della riproduzione sociale, il ruolo insostituibile dello Stato per garantire diritti e anche sviluppo, l’importanza della difesa dell’ambiente contro la follia delle ricette neoliberiste, soprattutto la necessità di rimettere al centro di ogni idea di cambiamento la categoria del genere.
 
Se ci mettiamo insieme possiamo fare la differenza. Possiamo far sì che quello che la pandemia ci ha rivelato e insegnato sulle ingiustizie della nostra vita, non venga dimenticato, coperto dalla paura della crisi economica e dalla voce roboante dei potenti. Possiamo cambiare, segnare le scelte future che l’Italia deve compiere. Dobbiamo. Per questo ci dobbiamo essere e ci dobbiamo essere insieme. In tante, tantissime, oltre le nostre differenze. Non si tratta certo di rimuoverle, perché sappiamo che il movimento delle donne è stato sempre plurale e così continua a essere. Ma le differenze non possono diventare approcci identitari escludenti, spazi spezzettati di consapevolezza e di pratiche, che rischiano di soffocare le attese di tante, di tutte le altre.
 
Serve oggi ripartire dalla forza necessaria delle donne, serve costruire l’unità delle donne. Unità e non unanimismo, unità e differenze, unità e responsabilità, di ognuna e di tutte.
 
La Casa Internazionale delle donne - proprio perché non è un movimento ma un luogo e perché questo luogo è percepito e anche riconosciuto come luogo simbolico del femminismo, proprio perché ha inscritto nella sua storia il valore delle lotte e delle conquiste delle donne e l’irrinunciabile pratica dell’ascolto e della relazione tra donne nella pluralità delle loro voci - si candida a proporre a ognuna e a tutte di incontrarci, di vederci, tutte insieme. Qui appunto, nel giardino della Casa, in presenza, per quante potremo esserci per i limiti imposti dalla prevenzione covid, ma anche via zoom per far partecipare chi non potrà esserci. Vi proponiamo di iniziare insieme un percorso, dal basso, di riflessione ma anche di mobilitazione, per cercare e trovare quello che ci unisce, perché oggi è l’ora di costruire la forza e l’unità delle donne.
 
Tutte insieme, mercoledì 8 luglio alle ore 18.00, nel giardino della Magnolia
 
Per le norme previste per il covid19, è necessario prenotare le presenze.
 ✨ Siamo arrivate al numero max di prenotazioni possibili, si potrà comunque partecipare su zoom attraverso il link che comunicheremo e attraverso la  diretta facebook
 
L’Assemblea delle donne della Casa Internazionale delle Donne


 

venerdì 26 giugno 2020

Invito a costruire una rete delle Case delle Donne in Italia

Care amiche

la Casa delle donne di Lecce ha attivato un percorso di collegamento in rete tra le Case delle donne delle varie città, per una presa di parola coordinata intorno all’emergenza e alle prospettive della fase post-COVID19.

Lunedì 1 giugno abbiamo realizzato il primo incontro virtuale con le donne delle Case di Torino e di Ravenna. È seguito l’incontro con la Casa della donna di Pisa. Altre Case di Donne, come quella di Alessandria, hanno risposto positivamente al nostro invito, ma non hanno potuto collegarsi per la coincidenza di altri impegni già presi.

È stata una “apertura di relazioni” bella e fruttuosa, in cui si sono messe a confronto le esperienze e l’attualità di luoghi di donne diversi fra loro per storia, “peso specifico” nella realtà nazionale, modi di operare nei rispettivi territori. Eppure così prossimi sia nel leggere il momento che stiamo vivendo, sia nell’avvertire la stessa esigenza di “fare rete” per una presa di parola delle donne che sia la più larga possibile.

Necessità di un servizio sanitario pubblico universalistico, legato al territorio; contrasto alle disuguaglianze sociali legate alla crisi economica senza precedenti, alla accelerazione del declino ecologico (dopo il brevissimo respiro di sollievo paradossalmente favorito dalla pandemia); centralità di ricerca, scuola e formazione, rischi della DAD; lavoro e telelavoro: sono solo alcuni dei punti di dialogo emersi dai nostri incontri a distanza, che vorremmo approfondire, continuando ad utilizzare (per ora) gli strumenti della connessione virtuale.

Ci piacerebbe che questo percorso avviato da un mese si estendesse per gettare le basi di una rete delle Case delle donne, in quanto luoghi fisici e simbolici di elaborazione e pratica femminista, inclusivi ed accoglienti per definizione, che con tenacia e creatività abbiamo edificato o stiamo edificando nei nostri territori di appartenenza..

Con l’obiettivo non di prospettare “fasi 2 o 3 o 4” – come abbiamo scritto nella nostra prima lettera d’invito - ma per prospettare insieme un’Altra Fase. Perché da decenni, “emergenza” dopo “emergenza”, “crisi” dopo “crisi”, le femministe segnalano i rischi di un modello di sviluppo in cui la dimensione economica e finanziaria sovrasti e schiacci ogni altra dimensione. Ci si aprono di fronte domande radicali su quale vita vogliamo per noi, quale rapporto con la natura e l’ambiente, quale tipo di relazioni, quali scelte di priorità ci diamo.

Proponiamo il terzo appuntamento per mercoledì 1° luglio, come sempre alle ore 18 sulla piattaforma zoom.
Preghiamo coloro che vorranno partecipare di segnalarcelo rispondendo a questo messaggio o al seguente indirizzo email: mariarosariapulli@gmail.com



Vi aspettiamo.

La Casa delle donne di Lecce

https://www.facebook.com/casadelledonnedilecce/
http://casadelledonnedilecce.blogspot.com/

mercoledì 3 giugno 2020

Incontro con Laura Marchetti

Venerdì 5 giugno 
alle ore 18,30 
ci incontreremo con
Laura Marchetti 
sulla piattaforma Zoom.

L'incontro si colloca all'interno del  dibattito che abbiamo avviato, a partire dal gruppo su "femminismo e neoliberismo" , con altre realtà femministe; abbiamo iniziato con Laura Cima, abbiamo incontrato le donne della Casa delle donne di Torino e Ravenna e domani incontriamo Laura Marchetti.

Laura Marchetti  è  Docente di didattica generale e di didattica delle culture all'Università degli Studi di Foggia, è autrice di numerosi volumi, monografie e saggi. Ha diretto per la casa editrice Palomar la collana di scienze sociali "Discese" e ha scritto molti saggi per la rivista di filosofia "Paradigmi" inoltre ha curato editoriali per il quotidiano "Liberazione".
E' stata sottosegretaria all'ambiente nel 2007   e  fino al 2014   è stata assessora alle politiche per l'espressione artistica e culturale nel comune di Gravina di Puglia.

Pensiamo che sia utile, per il dibattito che abbiamo avviato in queste settimane , avvelerci  della competenza ed esperienza poliica di Laura Marchetti, ambientalista e femminista,  ai fini di  una lettura   di questa fase e del ruolo che ha il movimento delle donne nel promuovere una diversa idea di sviluppo, a partire da una critica delle politiche neoliberiste, che oggi la pandemia rende più che mai necessaria.

martedì 28 aprile 2020

PANDEMIA: NEI COMITATI TECNICI LA TOTALE ASSENZA DELLE DONNE


 LA CASA DELLE DONNE DI LECCE AL GOVERNO: NEI COMITATI TECNICI LA TOTALE ASSENZA DELLE DONNE


Il 20 aprile 2020 è stata pubblicata l’Ordinanza 663 del 18 aprile 2020 con la quale si è ridefinita la composizione del Comitato tecnico scientifico, costituito da esperti e rappresentanti degli Enti e delle Amministrazioni dello Stato, che supportano il Capo del Dipartimento della Protezione Civile nelle attività finalizzate al superamento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Il Comitato è composto da 20 uomini, individuati sia tra figure istituzionali di vario livello che tra esperti in varie materie.



Sottolineando il fatto che la presenza femminile nei ruoli apicali delle istituzioni e tra i qualificati rappresentanti degli Enti e delle Amministrazioni dello Stato è evidentemente molto scarsa, dobbiamo purtroppo constatare che, ancora una volta, la composizione del Comitato non tiene in alcun conto la necessità di garantire la rappresentanza sia di donne che di uomini nelle politiche pubbliche che più di altre generano impatti sulle vite di tutte le cittadine e di tutti i cittadini.

La previsione e protezione dei rischi, il soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da emergenza, il contrasto ed il superamento della stessa, elementi fondativi del servizio di protezione civile, sono strettamente connessi alla cura dei corpi, alla cura dell’ecosistema nel quale viviamo ed alla valutazione degli effetti differenziati che una pandemia come quella che stiamo vivendo provoca su donne e uomini.

Le donne, come assistenti di prima linea, professioniste della salute, volontarie delle associazioni non governative, scienziate e altro, stanno dando un contributo globale insostituibile alla costruzione di risposte efficaci all’emergenza COVID-19.

Nel momento in cui governi, istituzioni internazionali, organizzazioni sociali, istituti scientifici sono chiamati ad uno sforzo congiunto per fra fronte alla pandemia, dalla costruzione delle risposte non può essere escluso lo sguardo di genere che è proprio delle donne ed è determinante per la loro efficacia.

Ci appare quindi quanto meno singolare la mancanza di donne tra gli esperti selezionati, quasi che le competenze femminili non siano ritenute necessarie in una fase così delicata della storia nazionale e che la cronaca di questi mesi non ci abbia riportato l’efficacia e la credibilità delle politiche messe in campo dalle donne, nei luoghi in cui le stesse hanno la possibilità di decidere.

Contestiamo quindi con fermezza questa ingiustificata ed obsoleta modalità di gestire le politiche pubbliche ed auspichiamo l’integrazione immediata del Comitato con alcune delle tante e qualificate esperte che proprio questa emergenza ci ha insegnato a conoscere e della prospettiva di genere, ad ogni livello, nello sviluppo delle politiche per la biosicurezza, garantendo alle donne accesso paritario ai livelli decisionali.

CASA DELLE DONNE LECCE

venerdì 14 febbraio 2020

rinviata la Festa

Lecce 14 febbraio 2020
A causa dell’improvvisa e dolorosa scomparsa di una cara amica e compagna di strada, attività ed eventi della Casa delle Donne sono sospesi. Addio Donatella.Che la terra ti sia lieve

sabato 23 novembre 2019

Marcia Contro La Violenza Sulle Donne

Marcia Contro La Violenza Sulle Donne
FreeD.A. · Lecce
LUN, 25 NOV ALLE ORE 16:30
partenza da Porta Napoli- Lecce

In occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, il Collettivo Universitario Femminista FreeDA – Libere Donne Autodeterminate invita singoli e realtà territoriali a partecipare alla marcia del 25 Novembre, che partirà da Porta Napoli alle ore 16:30 e terminerà in Piazza Sant’Oronzo dove sarà previsto un momento collettivo di riflessione.

Il messaggio lanciato è #IONONMIVOLTO, frutto di un percorso avviato con i ragazzi e le ragazze dell’Università del Salento
Tutte e tutti insieme vogliamo dare voce a quelle donne a cui è stata spezzata. Rompere il muro di silenzio e di indifferenza attraverso i nostri volti, la nostra partecipazione.

➡️ 25 Novembre
ore 16:30
Porta Napoli, Lecce.

Rompere lo schema della violenza si può… si deve!


Ognun* potrà indossare un elemento rosso 🔴

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